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Luca, santo, evangelista.

Autore del terzo Vangelo canonico e, secondo la critica cattolica, degli Atti degli Apostoli. Dal Nuovo Testamento e da antichi documenti (Frammento muratoriano) risulta che fosse antiocheno, convertito al Cristianesimo dal paganesimo; la sua conversione sembra sia avvenuta intorno al 43 d.C. La qualifica di medico, attribuitagli dall'apostolo Paolo che lo chiama "medico carissimo" (Colossesi 4, 14), viene discretamente confermata dall'esame del Vangelo e degli Atti, dato che, riferendosi ai malati, usa spesso una terminologia tecnica, non riscontrata negli altri evangelisti. Accompagnò san Paolo nel secondo viaggio missionario e probabilmente, dopo essersi fermato a Filippi, si riunì con Paolo alla fine del terzo viaggio, rimanendo con lui fino alla prigionia romana. L'ultima notizia storicamente certa di L. ci viene data da Paolo che, durante la seconda prigionia romana, afferma "solo L. è con me" (II Timoteo 4, 11). Non si ha nessuna notizia sicura su quale attività abbia svolto dopo la morte di san Paolo. Forse morì in Bitinia. L. non ebbe nessun incontro personale con Gesù. La sua festa viene celebrata il 18 ottobre. Secondo una tradizione risalente al V sec. L. fu anche pittore di ritratti della Vergine e perciò la Chiesa lo ha fatto protettore delle arti figurative. La critica moderna concorda, invece, nel considerare L. pittore dei sentimenti intimi dei personaggi da lui descritti, soprattutto della Madonna, considerandolo l'evangelista più accurato per lo stile e l'uso della lingua greca. ● Icon. - L. è raffigurato da un bue con o senza ali. Spesso in miniature medievali e affreschi gotici e tardo-gotici la testa umana del santo viene sostituita con una testa bovina. Solo dopo il concilio di Trento il simbolico bue venne sostituito dal "ritratto della Vergine". ║ Vangelo di L.: uno dei tre vangeli sinottici, è il terzo nell'ordine occidentale della Volgata. La data della sua stesura può essere fissata intorno al 63 d.C., forse durante la prigionia di san Paolo a Roma. Attribuito costantemente a L. dalla tradizione antica, è stato scritto per offrire un racconto dei detti e fatti di Gesù, dalla nascita all'ascensione, più ordinato di quelli contenuti negli scritti dei molti che precedettero L. Lo svolgimento generale è uguale a quello degli altri due vangeli sinottici, in particolare quello di san Marco, tuttavia L. premette un prologo, famoso sia per l'eleganza del suo stile che per il contenuto, rivolgendosi a un certo Teofilo e affermando l'esistenza di altre fonti scritte, oltre ai vangeli di Matteo e di Marco. L. non solo si curò di esaminare minuziosamente le fonti scritte, ma cercò anche di raccogliere e vagliare i racconti dei diversi testimoni oculari che incontrò nel suo peregrinare. I primi due capitoli dell'opera, che narrano la nascita e l'infanzia di Gesù, si distinguono per la ricchezza delle notizie e per la sicurezza con cui vengono riferiti i sentimenti della Madonna, probabilmente conosciuta da L. in uno dei suoi viaggi. L'opera di L. presenta, inoltre, una maggiore fedeltà cronologica rispetto al vangelo di Matteo, determinata da più corretti raffronti e collegamenti con la storia profana. La narrazione del ministero pubblico di Gesù si può considerare divisa in tre parti: la prima segue, in genere, lo schema di Marco; la seconda raggruppa materiale che ha per lo più riscontro in Matteo, e che presenta Gesù in Galilea e in cammino. È in questo tratto che L. inserisce episodi e parabole che gli sono peculiari: l'episodio di Marta e Maria, le parabole del buon samaritano, della dramma perduta, del figliol prodigo, del fattore disonesto, del ricco epulone e del povero di nome Lazzaro, del fariseo e del pubblicano. La terza parte contiene il racconto degli avvenimenti di Gerusalemme fino alla resurrezione e all'ascensione. L'autore si dimostra versato nella lingua greca, e cerca di evitare o per lo meno spiega le espressioni semitiche e gli usi ebraici; si manifesta seguace di san Paolo nell'insistere sull'universalità della salvezza portata da Cristo a tutti gli uomini, e questo lo si nota anche nell'uso dei vocaboli e nelle frasi. Nel suo vangelo L. mostra un interesse particolare per il mondo femminile. La donna, spesso degradata dagli autori pagani, è qui riabilitata. Solo nel vangelo di L. viene ricordata l'assistenza amorosa e disinteressata prestata dalle donne a Gesù condannato; solo egli racconta il gesto della peccatrice che unge i piedi di Gesù, bagnandoli di lacrime, nel riconoscimento delle proprie colpe e infine, solo nel suo scritto la Vergine viene descritta con tanta dolcezza. Lo stesso interesse per il mondo femminile e lo stile accurato sono mantenuti negli Atti degli Apostoli, la sua successiva opera.